"Pippo Baudo: tra televisione e musica, l'eredità di un mediatore culturale"

16.08.2025
di Roberto Fasciano

Il 16 agosto 2025 si è spento Pippo Baudo, figura centrale della televisione italiana e protagonista di una stagione unica della cultura musicale del Novecento e dei primi decenni del XXI secolo. Conduttore di tredici edizioni del Festival di Sanremo — un record assoluto — e di programmi storici come Canzonissima, Domenica In, Fantastico e Novecento, Baudo ha incarnato il ruolo di mediatore culturale, trasformando la televisione in piattaforma di scoperta e valorizzazione della musica italiana, dai grandi interpreti della canzone d'autore alle nuove promesse del panorama nazionale.


La televisione come piattaforma musicale

Baudo ha saputo coniugare intrattenimento e cultura musicale. Nei suoi programmi, la musica non era un semplice contorno: era il cuore della narrazione televisiva. Attraverso Sanremo, Canzonissima o Domenica In, ha introdotto il pubblico a nuove sonorità, sostenendo artisti emergenti destinati a diventare icone della musica italiana. Figure come Laura Pausini, Andrea Bocelli, Mina e Lucio Dalla devono parte della loro visibilità a un contesto costruito da Baudo, in cui qualità artistica e accessibilità coesistevano in equilibrio quasi mai raggiunto nella televisione contemporanea.


Festival e programmi chiave: una timeline culturale

1965 – Festival musicale estivo di Trani: primo festival condotto da Baudo, che mise in scena artisti come le gemelle Kessler e Sergio Endrigo.

1970-1972 – Canzonissima: consolidamento del ruolo di conduttore di eventi musicali di grande richiamo nazionale, con attenzione a repertori leggeri e d'autore.

1974-1985 – Domenica In e Fantastico: programmi settimanali che introdussero il pubblico alla musica contemporanea, agli spettacoli dal vivo e ai giovani talenti emergenti.

Sanremo (numerose edizioni): tredici conduzioni che hanno rappresentato la massima piattaforma nazionale per cantautori, interpreti e compositori.

Questi programmi hanno reso Baudo un punto di riferimento per la televisione musicale italiana, consentendo al grande pubblico di familiarizzare con stili diversi e con la cultura musicale in senso lato.


La musica al centro della cultura televisiva

Pur non essendo un compositore, Baudo era appassionato di pianoforte e di jazz, qualità che gli permettevano di apprezzare e promuovere stili diversi con consapevolezza. Il suo ruolo non era quello di innovatore musicale diretto, ma di facilitatore culturale: ha creato un contesto in cui la musica, in tutte le sue forme, potesse essere compresa e apprezzata dal pubblico, valorizzando tanto il repertorio leggero quanto quello più sofisticato.

Baudo ha introdotto al pubblico cantautori, interpreti e musicisti che oggi rappresentano il patrimonio musicale italiano. La sua visione culturale non si limitava al presente: ha saputo integrare tradizione e innovazione, aprendo la televisione italiana a nuove sensibilità musicali e fornendo una base per la fruizione consapevole della musica da parte del pubblico.


Innovazione e responsabilità culturale

Oltre alla conduzione televisiva, Baudo ha ricoperto ruoli direttivi e artistici, come la presidenza del Teatro Stabile di Catania, mostrando una visione culturale ampia e lungimirante. La sua figura rimane un modello per direttori artistici, conduttori e operatori culturali, dimostrando come i mezzi di massa possano essere strumenti di educazione musicale e promozione culturale.


L'eredità nazionale

La morte di Baudo ha suscitato cordoglio tra colleghi e artisti, sottolineando la sua influenza come promotore della cultura musicale italiana e maestro di generazioni di conduttori. I funerali si terranno il 20 agosto 2025 a Militello in Val di Catania, sua città natale.


La carriera di Pippo Baudo dimostra che la televisione può diventare strumento di alta cultura musicale, in grado di educare il pubblico e valorizzare artisti, promuovendo un dialogo tra tradizione e contemporaneità. In un'epoca in cui la musica rischia di frammentarsi a causa dei nuovi media digitali, il modello Baudo rimane un esempio di lungimiranza, responsabilità culturale e attenzione al repertorio musicale italiano.