"La Sinfonia del Mondo": il suono come ponte tra storie, culture e generazioni
"La Sinfonia del Mondo": il suono come ponte tra storie, culture e generazioni
di Nico Pappalettera
A Trani, l'Orchestra Arcadia diretta da Roberto Fasciano realizza un itinerario sinfonico coerente e visionario. Tra repertorio, formazione e coscienza culturale
Di rado accade che un concerto sinfonico — concepito fuori dai circuiti delle stagioni orchestrali istituzionali — riesca a coniugare con tale rigore la qualità dell'esecuzione, la coerenza drammaturgica del programmae una chiara visione culturale. È quanto si è verificato sabato 14 giugno al Teatro Ss. Angeli Custodi di Trani, in occasione di La Sinfonia del Mondo, produzione firmata dall'Associazione Musicale Arcadia, da anni protagonista di un progetto che fonde alta formazione, divulgazione musicale e progettazione culturale territoriale.
A dirigere l'Orchestra Arcadia — compagine formata da giovani talenti emergenti affiancati da musicisti professionisti — il M° Roberto Fasciano, pianista, compositore e direttore che ha maturato negli anni una scrittura e una prassi interpretativa dal profilo autonomo e riconoscibile. Il suo gesto direttoriale si è distinto per sobrietà e controllo formale, ma anche per una chiarezza di intenzione espressiva che ha sostenuto l'intero arco del concerto.
Il programma si articolava come un viaggio trasversale nel repertorio sinfonico tra Ottocento e Novecento, pensato non come semplice successione di "quadri" celebri, bensì come una trama tematica centrata sull'identità musicale europea e sul potenziale narrativo dell'orchestra.
Apertura affidata all'Allegro con fuoco dalla Sinfonia n. 9 "Dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák: movimento conclusivo di una delle partiture più emblematiche del sinfonismo tardo-romantico, in cui si intrecciano idiomi boemi, stilemi della tradizione sinfonica tedesca e influssi afroamericani ed amerindiani filtrati dalla sensibilità mitteleuropea del compositore. Fasciano opta per un tempo vivo ma non frenetico, che consente alla materia tematica — esposta con chiarezza timbrica — di dispiegarsi senza sovrapposizioni. Il tema iniziale emerge con tensione calibrata, mentre la sezione di sviluppo è affrontata con equilibrio tra dinamiche e articolazione contrappuntistica. Rilevante la gestione delle transizioni ritmiche e del dialogo tra le sezioni orchestrali, sempre ben leggibile, anche nei momenti di maggiore densità.
Nel programma si è inserito anche un minuetto tratto dai 6 Minuetti WoO 10 di Beethoven, trascritto per orchestra da un brano originariamente pensato per pianoforte. Questi minuetti, meno noti rispetto al grande corpus sinfonico del compositore, rappresentano un momento di rara intimità e levità nel suo catalogo, con una scrittura che unisce grazia formale e delicate tensioni armoniche. Fasciano accentua con sensibilità i contrasti tra la leggerezza ritmica della danza e la sottesa tensione armonica interna, sottolineando l'aspetto "inattuale" di questa pagina rispetto al contesto storico più vasto del concerto. Questo episodio assume così una funzione di interludio raffinato, offrendo al pubblico un momento di respiro lirico e distensione, calibrato con rigore timbrico e strutturale.
Con Il Lago dei Cigni di Čajkovskij, la concertazione si apre a una scrittura più evocativa e teatrale, che l'orchestra restituisce con buon controllo delle agogiche e attenzione al fraseggio. A colpire è soprattutto la cura nei pianissimo e l'equilibrio tra sezioni.
Nel Montecchi e Capuleti da Romeo e Giulietta di Prokof'ev, l'esecuzione mette in evidenza la tensione ritmica e la forza percussiva della scrittura orchestrale, senza cadere nel decorativismo. L'intervento del pianoforte (in partitura) è gestito con sobria efficacia, e il peso drammatico della danza marziale è reso con un'energia mai esibita.
Interessante anche il passaggio alle pagine wagneriane (da Lohengrin) e alla Marcia trionfale dell'Aida, in cui l'orchestra ha mostrato una buona tenuta sonora, compattezza nei cori degli ottoni e gestione fluida dei cambi di registro dinamico.
Il concerto si è chiuso con una pagina carica di significati culturali e simbolici: Gabriel's Oboe di Ennio Morricone, proposto come bis in versione cameristica. L'intensa interpretazione del M° Luciana Visaggio all'oboe ha conferito al brano una delicatezza fuori dal tempo, in cui ogni nota sembrava sospesa tra memoria, spiritualità e contemplazione.
L'elemento forse più rilevante della serata, al di là dell'esito esecutivo, è la consapevolezza progettuale: La Sinfonia del Mondo è la manifestazione concreta di un'idea di musica come strumento di coesione, formazione e riflessione civile. L'attività dell'Associazione Arcadia, oggi punto di riferimento in Puglia per la valorizzazione delle nuove generazioni in ambito musicale, dimostra come l'educazione all'ascolto e alla pratica orchestrale possa farsi autentico laboratorio di cittadinanza e bellezza.
Un modello replicabile, ma soprattutto urgente.