“Rilindja”, il Festival della Rinascita a Castelluccio dei Sauri
di Simone Bubici
Nel florido ambiente dell'Università di Foggia, il binomio "autismo e inclusività" pare avere un legame indissolubile. La splendida cornice del progetto "Rilindja" (dall'albanese "rinascita"), il Festival della Rinascita, organizzato entro la misura regionale "Luoghi Comuni", iniziativa delle Politiche Giovanili della Regione Puglia volto a riscoprire gli antichi borghi del tacco d'Italia, ha permesso a due giovani e influenti band della Capitanata, i Groove Blues Band e la Leonardazzi Band, di dare adito al loro talento a Castelluccio dei Sauri, lo scorso mercoledì 28 maggio.
L'iniziativa nasceda un'idea della professoressa Giusi Antonia Toto, ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale, e su coordinamento del centro di ricerca Learning Science hub (LSh) del Dipartimento di Studi Umanistici, attività che ha uno storico già ben formato con l'Inclusion Fest tenutosi presso l'UniFg già negli scorsi due anni.
"Il mio «core» è l'Inclusion fest, diventato un progetto regionale esportato in tutta la Puglia, […], l'obiettivo è quello di mescolare tutti i tasselli della società, non solo la disabilità, per rendere l'inclusione efficace": così la professoressa Toto ha presentato con fierezza il suo progetto, specificando che l'Università ha stipulato progetti anche transnazionali volti alla coniugazione trasversale di: "obiettivi quali l'accessibilità all'Ateneo, la cultura, la formazione, il collocamento lavorativo, valorizzando le abilità che ogni cittadino ha, […]. Vengo spesso invidiata per la mia creatività, ma in realtà imito quello che i ragazzi autistici fanno quando rimescolano tutte le carte, e l'autismo mi ha insegnato un modo nuovo di vedere le cose e processare i dati", ha poi aggiunto la relatrice dell'evento.
La musica ha fatto da padrona nell'accogliente piazza del Municipio dell'antico borgo foggiano, e i musicisti hanno riscaldato i cuori del pubblico. La Groove Blues Band, composta dai quattro giovani studenti Matteo Ferrazzano (bassista), Gianmarco Insalata (batterista), Giorgio Gambacorta (chitarra lead) e Davide Guastamacchio (chitarra e voce), ha incantato la gremita piazza con cover di brani di repertorio blues-rock, toccando musiche di immacolate leggende dal calibro di Jimi Hendrix, Pink Floyd e il fresco talento rock dell'americano John Mayer. Grande il clamore per le loro mirabolanti tecniche e per la sapiente scelta dei brani di un genere così particolareggiante. Altro momento struggente è stato quello della Leonardazzi Band che, col suo frontman Leonardo Lecce, ha emozionato la platea: Leonardo, classe 2005, scrive musica, testi, canta, suona il pianoforte e la batteria e, senza timori, si esibisce con disinvoltura mostrando le sue abilità assieme ai compagni Giacomo Prencipe (tastierista), Giovanni Sgobbo (chitarrista) e Simone Bubici (bassista). Sulle note di "Non siamo speciali", "Le porte", "I'm Leo" e tanti altri brani da lui autografati, Leonardo narra al mondo intero la quotidianità di un ragazzo autistico, le emozioni d'amore, le delusioni, i timori, la rabbia e le gioie proprie di un qualunque essere umano: il suo "Non siamo speciali" è un manifesto che sa tutto di gentilezza e di riscatto, salutato da grande umanità e bellezza.
"Partecipazione significa manifestare un diritto, poter scegliere, poter usufruire di un lavoro, […]. Siamo in una fase intermedia, quella dell'inclusione. Il passo successivo è la partecipazione, e uno degli strumenti utili per raggiungere la nuova meta è la rottura di molti pregiudizi, non fermandosi al libro di testo, chiudendosi in un'aula, o associazioni di categorie che sì servono per manifestare diritti, ma abbiamo l'obbligo di comunicare all'esterno queste esigenze", ha così concluso la professoressa Toto, in un clima di festa e di gioia ma con un clinico sguardo alla società nostra coeva.